Venezuela: La Lotta per la Libertà al No Border Fest

Venezuela: La Lotta per la Libertà al No Border Fest

La seconda serata del No Border Fest XIV è stata dedicata al Venezuela, portando al centro della scena la drammatica crisi politica, sociale e umanitaria che affligge il paese. L’incontro, curato da Andrés Rodriguez, attivista venezuelano di “La Città dell’Utopia”, e dal colletivo cittadino Aiuto Venezuela, nato in Italia dopo le ultime elezioni in Venezuela, ha avuto l’obiettivo di dare visibilità alla situazione di repressione, violazione dei diritti umani e mancanza di democrazia che segna la quotidianità del paese. Grazie alle testimonianze di attivisti, giornalisti e membri della diaspora, l’evento ha dato voce a chi lotta per il ripristino della democrazia e dei diritti fondamentali in una nazione devastata.

Approfondimento dell’evento

Con l’ascesa di Hugo Chávez, il Venezuela ha visto l’introduzione della Ley Mordasa (“Legge Bavaglio”), che ha permesso al regime di ottenere un controllo totale sui media. Emittenti come Globovision e Televen sono state costrette a vendere, mentre altre, come RCTV, sono state chiuse definitivamente. Secondo l’ONG Espacio Público, dal 2007 in Venezuela sono state chiuse 430 testate giornalistiche, tra cui radio, giornali e televisioni.

Oggi, i venezuelani combattono ogni giorno per accedere a informazioni affidabili. I social network e i media digitali, spesso bloccati dal governo, sono accessibili solo tramite costosi servizi VPN. Ma la repressione non si limita solo ai media: i cittadini rischiano arresti e violenze semplicemente per esprimere una propria opinione.

Se inizialmente Hugo Chávez era considerato un eroe dei poveri, questa immagine è ormai rivelata come pura propaganda. Come spiegato durante il festival, il Venezuela ha alternato governi socialdemocratici e democristiani per oltre 30 anni, senza mai avere un vero governo di destra. Oggi, il regime di Nicolás Maduro non rappresenta più alcuna ideologia politica, ma si regge su reti di criminalità organizzata e narcotraffico, come il “cartello de los Soles,” gestito da generali corrotti.

In questo contesto, la diaspora venezuelana è diventata una voce cruciale per la resistenza. L’Associazione Piccola Venezia, fondata da Marinellys Tremamunno, offre supporto ai venezuelani in difficoltà, organizzando campagne di sensibilizzazione e facilitando l’integrazione di medici e professionisti nel sistema sanitario italiano. Durante la pandemia, l’associazione ha aiutato oltre 100 medici venezuelani a inserirsi nel settore sanitario italiano, dimostrando come la diaspora possa fungere da ponte di solidarietà tra i due paesi.

Essere giornalista in Venezuela è come trovarsi in una zona di guerra. Leidy Parada Salinas, giornalista e attivista, ha raccontato la persecuzione di chi documenta la realtà del paese. I reporter sono costantemente minacciati dal regime, affrontano attacchi fisici e la distruzione del loro materiale. Nonostante tutto, il giornalismo venezuelano continua a resistere, dentro e fuori i confini nazionali.

L’evento si è concluso con un emozionante monologo di Andrés Brand, che ha celebrato l’identità e la resilienza del popolo venezuelano. Ha ricordato che la vera appartenenza non risiede nei documenti, ma nella memoria e nell’orgoglio per la propria cultura e storia.

Il No Border Fest ha posto un accento cruciale sulla crisi venezuelana, sottolineando che la lotta per la libertà e la giustizia è una battaglia universale, che va oltre ogni confine. Ascolta ora la registrazione completa dell’evento, con gli interventi in prima persona di chi sta soffrendo l’oppressione del suo governo:

No Border Fest 2024
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