
Yalda e Nowruz: Tradizioni di Luce e Rinascita
Questa registrazione nasce all’interno di “Abitare la città in modo competente”, percorsi di empowerment sociale, professionale e abitativo per richiedenti asilo e rifugiati a Roma. Finanziato dall’8×1000 dell’IRPEF a diretta gestione statale, il progetto è guidato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia con la collaborazione di Fondazione Adecco, Fondazione Mondo Digitale, ActionAid International Italia e con il supporto narrativo di Piccola Radio, che ha dato voce alle storie e alle esperienze dei partecipanti.
Due momenti fondamentali di questo percorso sono state le celebrazioni della notte di Yalda e del Nowruz, occasioni speciali per conoscere la ricchezza delle tradizioni persiane e scoprire come questi riti di luce e rinascita parlano a tutti noi.
La Notte di Yalda: Il solstizio d’inverno
Yalda segna la notte più lunga dell’anno, il solstizio d’inverno, quando la luce ricomincia lentamente a crescere. È una festa di resistenza e speranza, in cui le famiglie si riuniscono per leggere poesie, raccontare storie, mangiare melograni, noci e angurie. Questi frutti simboleggiano il sole e la vita, un richiamo alla luce che torna dopo il buio.
Durante il nostro incontro, abbiamo condiviso parole, cibo e musica, creando un ponte tra culture e generazioni. È stata un’occasione per raccontare come questa festa, pur lontana nel tempo e nello spazio, porti messaggi universali di calore umano e rinascita.
Nowruz: Il capodanno persiano e la tavola di Haft-Seen
A primavera, con l’equinozio di marzo, arriva Nowruz, il capodanno persiano. È la celebrazione della rinascita, della natura che si risveglia, della vita che riparte. Simbolo centrale di questa festa è la tavola Haft-Seen, preparata con sette elementi che iniziano con la lettera “S” in persiano. Ogni elemento ha un significato:
- Sabzeh (germogli) – rinascita e crescita
- Samanu (crema di grano) – dolcezza e prosperità
- Seer (aglio) – salute
- Seeb (mela) – bellezza
- Somāq (sommacco) – alba e vittoria della luce
- Serkeh (aceto) – pazienza e saggezza
- Senjed (oleastro) – amore e compassione
Attraverso le parole di Morteza, abbiamo scoperto il valore di questi simboli, che raccontano l’intreccio tra spiritualità e quotidianità, tra memoria e futuro.
Yalda e Nowruz non sono solo celebrazioni tradizionali: sono inviti a resistere nelle notti lunghe della vita e ad accogliere ogni nuova alba con gratitudine. Portano con sé il senso profondo di unità, speranza e rinascita, valori che abbiamo riscoperto insieme attraverso il dialogo, la cucina e la condivisione.
Elia, che presenta questa serata per voi? Non è una serata necessariamente afghana, è una serata di festa di tutte le popolazioni che parlano farsi, quindi i regnani, afghani, tajikistan. Si chiama la serata Yalda, che è solistizio e cambio di stagione. Entriamo in inverno, è la notte più lunga dell’anno, perciò c’è nel senso la tradizione, il mito dice che persiani, afghani e tajiki non dormono la notte più lunga e lo festeggiano con gli amici, con il vino, il melograno, tanto ballo, tanta pazzia e la poesia di Hofez e appena all’alba, quando vedono che finisce questa notte buia e uscirà il sole, tranquilli vanno a dormire.
Quindi, in qualche modo, metaforicamente è la notte che festeggi il buio perché sai che dopo sorgerà comunque il sole. Wow, ho fatto un wow! Quindi non è solo gli afghani che fanno questa festa, che festeggiano questa? No, no, no. Quanti paesi massimo? Iran, Tajikistan, Afghanistan, alcune zone di Pakistan se non sbaglio, però siccome queste popolazioni sono sparse in tutto il mondo, ci sono tanti regnani in America, tanti afghani in Svezia, quindi tutte queste popolazioni è una delle ultime di queste feste pagane perché tra poco arriverà anche festa del sole per cristiani che è Natale, è la nascita di Cristo, però per pagani o persiani, mitraisti, che tutto il concetto era su luce e buio, è ora e quindi possiamo dire che lo festeggiano tutte queste popolazioni, lo portano anche dove sono oggi.
Sei felice di stasera? Come ti senti ora? Con la musica, a ballare, come ti senti? Mi sento perfettamente a casa, ecco. Grazie e buona festa. Grazie, grazie a voi, grazie Suleyman e buonanotte.
Buonasera, sono con Teysa, Re, Elena, Maria. Per voi che significa questa sera, questa serata? Questa è bella, ma il mio italiano non è bello, è semplice bella e basta. Ho mangiato, ho ballato.
Come avete trovato questa festa? Come avete saputo questa festa? Cioè avete amici che ti hanno visitato, ti hanno detto guarda c’è una festa afghana stasera? Poi sì, ho incontrato un po’ di gente, persone, abbiamo parlato e sì, belli. È una serata molto diventante, davvero. Poi il cibo è gustoso, il cibo è buono.
Non lo so, persiano forse, riso, eccetera. E poi mellograno, se vuoi un po’. Ecco lì.
Qual è la differenza tra la festa che stiamo facendo qua a Roma e quella di Pakistan? Qual è la differenza? Perché a Roma di solito è Erasmus, Erasmus party, è pazze. Non ho mai andato, ma lo so. Ma questa è più come, le gente è più gentilissime e poi è come la casa, sì.
Ma sì, e poi. E voi? Siete molto felici di questa notte? È molto meraviglioso, sì. È molto bello avere un intercetto culturale così.
È la vostra prima volta? Il vostro nome? Il mio nome? Sì. È la vostra prima volta questa notte? Sì, sì. Non penso che abbiamo mai andato a qualcosa come questo, no.
È molto nuovo. Ma è bellissimo e tutti sono molto benvenuti, giusto? Sì, sono molto benvenuti. È la vostra prima volta? No, è stato molto divertente e penso che abbiamo avuto molto di piacere.
Sì, sì. E voi? L’evento è stato fantastico, è stato tutto ciò che potevo aspettare. Allora, facciamo una canzone e uno, due, viva la festa.
Ci siamo? Ok. Uno, due, tutti insieme, together. Viva la festa.
Viva la festa? È canzone? Non è una canzone, però volevo fare una cosa insieme, viva la festa, tutti insieme. Ok, ci siamo? Uno, due, tre. Viva la festa.
Allora, noi siamo la Piccola Raggio e non sono da solo, sono con Salah e Parisa. Allora, Parisa, che presenta questa serata per te? Allora, è una festa che si festeggia in molti paesi dell’Asia e del Medio Oriente, si chiama Yalda. Il solstizio d’inverno, cioè la notte più lunga dell’anno, che promette che le giornate saranno più lunghe d’ora in poi.
Perciò, essendo che ci mettiamo alle spalle la notte più lunga dell’anno, cioè l’oscurità, che simbolizza l’oscurità delle tenebre, noi festeggiamo perché da domani ci sarà più luce. E’ una festività molto antica che risale all’era pre-islamica in Iran, la zona dell’Iran, e simbolizza anche la resistenza. Se tu resisti con gioia insieme agli altri all’oscurità, la luce arriverà.
Questo è il concetto che noi festeggiamo, anche. Questa festa si fa una volta all’anno? Perché io so che è la mia prima volta che assisto alla strada, quindi vorrei chiedere se si fa una volta all’anno. Certo, il solstizio d’inverno arriva una volta all’anno, poi questo è un anno bisessile, perciò quest’anno è il 20.
Noi festeggiamo il 21, però in realtà era ieri sera la notte più lunga dell’anno. Normalmente è il 21, quest’anno perché è bisessile era il 20. Grazie.
Grazie a voi e viva Piccola Radio, verrà a trovarvi. Allora, siamo sempre con… Parisa Tazzani. Sei venuta da sola o con gli amici? Io sono venuta con un gruppo di amiche, amici iraniani, ma in realtà gli organizzatori sono gli amici afghani.
Da quando l’Afghanistan è stato conquistato dai talebani, noi festeggiamo sempre con loro e sempre in questo posto, Spin Time. Perciò questo è il terzo anno consecutivo che cerchiamo di farci forza tra le nostre disgrazie e per una sera cerchiamo di starci vicini. In realtà è una festa che si festeggia in Iran, Afghanistan e in tanti altri paesi.
Di dove lei? Io sono iraniana, di Tehran. Questa festa non è una festa solo per gli afghani, ma per gli altri paesi? Sì, sì, si festeggia anche in Kurdistan, infatti poi festeggiamo anche con gli amici kurdi spesso, poi in molti paesi tipo Tajikistan, Kazakistan e altri paesi, perciò non siamo solo noi. E grazie di nuovo.
Grazie a voi. Grazie a voi e speriamo di vederci anche l’anno prossimo, grazie mille. Ciao, vi invitiamo.
A seguire, ascolterete Mortisa che ci racconta il significato dei sette elementi tradizionali presenti sulla tavola di Haft Sin, preparata per celebrare Nohuluz, il Capodanno persiano. Una tradizione antichissima che porta con sé simboli di vita, prosperità e rinascita. Noi festeggiamo il Capodanno oggi, noi nel senso tantissime persone, diversi paesi, tra cui afghani, iraniani, kurdi, tajiki, azeri, albanesi anche festeggiano questo giorno.
E si fanno tante cose belle. Una delle cose che facciamo al primo giorno della primavera al nostro Capodanno è che stendiamo una tavola di sette elementi che il loro nome comincia con la lettera S. Qui abbiamo sette elementi che cominciano con S. Secche sono le monete. Secche rappresenta la prosperità, la ricchezza.
Secche non so cosa rappresenta. Pazienza. Secche ne ha avute? No, secche per capire che la vita non è sempre dolce.
Anche acido. Questo è il suo amaco, che è una spezia. Abbiamo aceto.
Da noi si dice… come si dice aceto? Abbiamo anche aglio, che si dice sir, nella lingua Farsi, che io parlo. E abbiamo anche una mela, sib. Sono sette elementi che compongono questa tavola.
Ci sono altri elementi, come lo specchio. Sì, il pesciolino non comincia con S, è una cosa nuova nella tavola di sette S, però dà un senso di vitalità e movimento al tavolo. È nuovo, moderno.
Sì, moderno, forse 50 anni. Poi abbiamo le uova colorate, un specchio, fiori, candele, cose che vedete. Poi gli elementi cambiano, non sono sempre gli stessi, alcune persone cambiano.
Tutti con S? Sì, sì. Ognuno di loro rappresenta qualcosa di importante per noi. E tanti buoni auguri di un anno felice per tutti.
